Maria Chiara Cabiddu, Primo anno, Scienze politiche, Sardegna.
Subito dopo aver assistito alla presentazione del progetto Mobilità Sociale e Merito, mi sono convinta che valesse la pena parteciparvi. Attraverso la nostra esperienza di studenti di una Scuola di eccellenza possiamo farci promotori di una campagna di informazione volta ad aprire le porte dell’università anche a chi, per via del proprio background socio-economico, non aveva messo in programma di frequentarla o semplicemente non l’aveva mai presa seriamente in considerazione. Il nostro ruolo, dunque, più che di portatori di certezze è di tramite tra due mondi scarsamente collegati, affinché quando un ragazzo di 17-18 anni viene chiamato a decidere cosa fare del proprio futuro possa scegliere tra un ventaglio, il più ampio possibile, di opportunità.La mia esperienza in MSEM per ora si limita alla visita di due sole scuole. L’impressione che ho avuto e che i ragazzi siano interessati e collaborativi, ma non sempre le presentazioni da noi preparate risultano efficaci per entrare con loro in sintonia e farli uscire dall’aula con spunti di riflessione in più rispetto a quelli con cui la mattina erano entrati. Dunque andando avanti potrebbe essere utile calibrare ciascuna visita alle esigenze riscontrate da ogni gruppo, così da avviare un percorso di crescita comune dato dall’interazione tra orientatori e “orientandi”.